MARZO 1926 – MARZO 2016
Gli imputati che, capeggiati da Amerigo Dumini, il 10 giugno 1924, a Roma, assassinarono barbaramente il deputato socialista Giacomo Matteotti, erano cinque sicari della CEKA, la polizia politica segreta fascista. Il processo fu celebrato non in una città camomilla, duraturo marchio infamante impresso al capoluogo dal giornalista fascista Alberto Mario Perbellini, con un articolo propagandistico e retorico scritto per assecondare la volontà di Mussolini, ma in una città “pacificata”, dalla nascita del fascismo con la violenza squadrista e, alla vigilia dell’evento giudiziario, con lo stato d’assedio, il piantonamento delle case degli antifascisti, la vigilanza militare notturna e diurna degli edifici pubblici e delle vie di accesso alla città. Celebrato presso la Corte d’Assise di Chieti, fu un processo farsa. Durò 9 giorni, dal 16 al 24 marzo 1926. Velia Titta vedova Matteoti, quando si rese conto che non avrebbe ottenuto giustizia, revocò la costituzione di parte civile, affidando la difesa degli interessi della famiglia all’avvocato Pasquale Galliano Magno, che, come Matteotti, aveva denunciato le violenze fasciste e i brogli elettorali commessi in provincia. Roberto Farinacci, segretario nazionale del PNF e difensore di Dumini, indossando la toga d’onore ricevuta in dono dalle nobildonne del fascio chietino, trasformò il processo agli assassini in un vergognoso processo politico alla vittima, coprendola d’insulti. Ottenne dalla Corte compiacente l’assoluzione di due imputati e la condanna di Dumini e di due complici a soli 5 anni di detenzione, di cui 4 condonati per amnistia.
LA SEZIONE ANPI “ALFREDO GRIFONE” RENDE ONORE ALLA MEMORIA DI
GIACOMO MATTEOTTI
Martire della Resistenza civile alla dittatura fascista.
Il suo insegnamento animò la Resistenza armata dei partigiani contro i nazifascisti in difesa dei valori di libertà, di pace, di democrazia, di legalità, di uguaglianza, codificati dai Padri Costituenti nella Costituzione italiana e oggi messi in discussione dalla riforma del governo.